"Rifrazioni" 2012
On the navel of the world a maiden is seated, enclosed within an almond shell.
Rain from her eyes has formed a pond where every reality plays and runs after itself,
forms and reforms to eventually disappear in those eyes and in that water, and the sparkle
of such often remains to guide the maiden's tales.
Sings the Hero able hear her of the secret shapes of flowers and of fruits
and allows the eye to be enlightened by the songs;
he tells of the recurring pulse of the world and as he sings falls asleep and the sounds
carry on the chant.
Bereshit. In the beginning it was a sound, a shout that was shape, form that was thunder.
Drum that carries the womb of Vacuity and inside it Vibration.
Vibrates the drum, shouts, gasps and dances life pulsating and thrusting,
then the sounds become world as they slowly turn back to blind in the darkness of the pond
and disappear from the tale having become the stone and the plant, lost in the memory
of the maiden who begins telling a new tale.
Some built drums of Stone, I know, and in them merged the Low with the High,
sliced them into the shapes of the Rhythms of the world concealed in them the laws
of flowers and of fruits, then steered them so that the sun might play to retain the tale.
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Seduta sull'ombelico del mondo si trova una fanciulla rinchiusa in un guscio di mandorla.
Dai suoi occhi una pioggia ha formato uno stagno dove ogni realtà si rincorre
per gioco, si forma e riforma per poi scomparire in quegli occhi e in quell'acqua,
e il brillio di tanto qualche volta rimane e guida i racconti di quella fanciulla.
Canta l'Eroe che l'ha potuta ascoltare le forme segrete dei fiori e dei frutti e lascia
che l'occhio ne sia illuminato;
racconta il tornante pulsare del mondo e mentre racconta si addormenta e i suoni
continuano il canto.
Bereshit. Inizialmente fu un suono, un grido che tu forma, forma che fu tuono.
Tamburo che porta la pancia della vacuità e al suo intemo Vibrazione.
Vibra il tamburo, gridato, ansimato e danza la vita pulsando e battendo,
poi i suoni diventano mondo mano a mano che tornano ciechi nell'oscurità dello
stagno, e scompaiono dal racconto diventati la pietra e la pianta, smarriti nella memoria
di quella fanciulla che comincia un nuovo racconto.
So che alcuni costruirono Tamburi di Pietra ed in essi congiunsero il Basso
con l'Alto, li tagliarono nelle forme dei Ritmi del mondo e vi nascosero le leggi
dei fiori e dei frutti, poi li orientarono perché il sole potesse suonare a ricordare
il racconto.
Paolo S. Di Leonardo, 1985
Pastel on paper 52,5 x 72,5 cm each sheet